The Young Tree e il loro nuovo Borderline: un viaggio musicale morbido che accompagna l’ascoltatore al interno del mondo musicale della band friulana. Importante le collaborazioni “dietro le quinte” con la produzione artistica di Madaski (Africa Unite).

Dolce come una nave che naviga senza fretta nelle acque calme di qualche mare assolato. Più o meno è questa la sensazione che abbiamo avuto nel ascoltare l’ultima opera discografica dei The Young Tree. Band giovanissima, nata nel 2015, originaria di Udine. Dopo il primo episodio del 2016 (intitolato Seed), i ragazzi escono con un nuovo capitolo musicale intitolato “Borderline” dove ci raccontano in musica la loro sperimentazione nelle sonorità elettroniche.

C’è da fare un appunto: moltissimi progetti ora come ora strizzano l’occhio alla musica elettronica, per diverse ragioni che non andiamo ad approfondire in questo momento. C’è da dire che questo “giovane albero” non abbandona comunque le radici analogiche della musica in levare e il mix è abbastanza pesato. L’unione fra i due elementi non distrugge uno o l’altro aspetto di un disco che risulta nel suo insieme equilibrato ed a tratti anche estremamente “internazionale” come in Hole o Borderline.

 

The Young Tree

 

È un viaggio di andata e ritorno. Costantemente stimolato da un ascolto classico fino ad arrivare a movimenti musicali decisamente moderni. Molto interessante, forse troppo. Interessante la traccia Countdown dove, a nostro avviso, si trova proprio un momento di equilibrio fra queste due anime proposte dalla band friulana. Un momento di disequilibrio, invece, lo si trova in Premonition con ritmiche a nostro avviso poco coerenti con il quadro d’insieme del progetto disco.

In definitiva, un disco che coccola l’ascoltatore in alcuni momenti e in alcuni momenti ci spiazza. Una prima pietra comunque importante per The Young Tree. Aspettiamo che il calcestruzzo si asciughi. Magari con un episodio split del disco, potranno raccontarci cosa bolle in pentola dopo questa loro uscita discografica.

 

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